DON PIETRO CIOFFI
di
MASSIMO
ZULLO
Dal 1928 don Pietro
Cioffi era parroco della Curia di San Nicola, situata nella frazione di
Ioffredo-Castello, nella parte alta di Cervinara che va verso la montagna.
Sacerdote di buona erudizione e cultura, don Pietro aveva scritto un libro di
preghiere. Nel 1958 fu colpito da ictus mentre celebrava la Messa; i fedeli
dovettero precipitarsi a chiamare l’abate di San Gennaro per fargli togliere
dalle mani l’ostia già consacrata. Morì ottantenne dopo pochi giorni di
agonia.
Trent’anni prima
leggeva un giorno il breviario nei prezzi del centro del paese, al Trescine, ove
era nato nel 1878. Era da poco parroco, ma aveva conservato l’incarico di
gestore della chiesa del Carmine, annessa al convento dei Carmelitani.
All’improvviso si
diffuse nell’aria una frenesia mai sentita prima. La piazza principale del
paese era tutta un brulicare di gente che si riversava in strada e di persone
che parlottavano. “Un prete … presto un prete …” gridava come un ossesso
un giovanotto. “Qualcun altro stare per morire” si predispose nell’animo
il curato, pensando che lo cercassero per la solita estrema unzione.
Invece … c’era
stato un attentato al Duce, sventato, e allora si cercava un sacerdote per
intonare il Te Deum solenne di ringraziamento al Signore.
Ma, dato che le notizie che
circolavano sulla sorte del Duce erano contrastanti, il maturo sacerdote si
lasciò scappare: “Ma dobbiamo intonare il Te Deum o il De profundis?”.
Secondo altre voci, il curato avrebbe esclamato: “Non l’hanno neanche
ucciso!”.
Fu fermato dai carabinieri e rilasciato solo dopo l’interrogatorio, grazie all’intervento del segretario politico.