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    Sobrio come un articolo giornalistico e viscerale come una leggenda, questo volume rappresenta una sorta di fiabesco testamento di tutto quel patrimonio culturale e umano che le donne-madri-uragani del passato hanno lasciato alla loro Città e che donne-madri-figlie-uragani stanno ancora custodendo attraverso il loro lavoro e la passione.

    Se pensiamo al sangue che sgorga da secoli dalle vene della Città, il binomio della Gangale "Benevento-donne" esplode di una naturalezza primordiale e disarmante sporcando e colorando il terreno sociale, culturale e familiare del Sannio...

   Fu donna sensuale e materna la dea Iside, venerata dagli antichi Sanniti: i suoi grossi seni proteggevano madri e figli supplici e richiamavano fantasie proibite: la sua natura ambivalente si è poi sdoppiata in culto della Madonna e curiosità morbosa e astio per le diaboliche Streghe.

    E Benevento, sin da quegli antichissimi tempi, ha sempre mantenuto il suo volto inquietante di donna.

Iside, le streghe, Adelperga, Emmanuella Caracciolo, Laura del Balzo, Margherita Sonnino, Giuseppina Luongo Bartolini, Caterina Cassella Crafa, Sandra Lonardo Mastella, la moderatrice dell'incontro, la prof.ssa Maria Cristina Donnarumma e tutte le altre donne scelte e citate da Lucia Gangale, con i loro occhi contemplano la terra a cui appartengono e con le loro mani scavano solchi profondi nel fertile terreno sannita.

    Scavano solchi senza curarsi del terriccio che s'insinua tra le unghie: poi, sudate e pettorute, gettano i semi del nuovo raccolto.

    I semi daranno fiori, i fiori daranno frutti: con quei frutti la Città ecciterà nuovi occhi e nutrirà nuove bocche. Maga e Madre.

 

Annalisa Parente

 

Il Sannio Quotidiano, 11 luglio 2004

 

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